Un'onda nera, rossa, putrida.
L'alga corrucciata
inquieta
annaspa nel suo divenire.
Attorno, il suono della morte
riecheggia
tra le branchie immobili di mummie atrofizzate.
Uno sguardo al cielo.
Un orizzonte di polvere
cenere
fumo
vapore.
Mentre tutto muore
scoppiettano allegre le ciminiere.
Un altro valzer tra le cicogne
sulle ali di inutili suppellettili
che invaderanno oceani.
Per le strade
cumuli di macerie improbabili
appena scalfite dai riflessi d'un sole
accecato di rabbia.
Tutto scende a valle
nell'incuria di sbadigli volontari
che tacciono occhi e sguardi
mentre bocche vengono cucite
dai sicari del profitto.
Un bambino gioca tra carcasse imputridite
e specchi di melmose acque.
Dai libri di scuola sono scomparse tante parole
e il "verde" d'un prato non lo sa spiegare.
"Come sarebbe bello se esistessero altri colori",
pensa il bambino.
Invece, tutto è grigio, nero, tutto è sangue.
"Possibile che chi ha creato il mondo
non abbia pensato ai desideri d'un bambino?".
"Ci devono pur essere altre parole da scoprire".
Poi, scova un vecchio libro.
Immagini di foreste, laghi, mari.
Ritratti di prati in fiore.
Fotografie di strani animali.
"Già"; pensa il bambino, "questo era il mondo
antico".
Gli viene un dubbio:
"Forse non era così male", pensa.
"Certo, ora ho un cellulare di ultima generazione,
ma nulla da fotografare".
E mentre il gioco continua,
tra detriti e fango
su un altro giorno sta per calare il sipario
e la notte
non è che il presagio dell'ultimo risveglio.
Domani, all'alba
quel bambino potrebbe già essere morto
inghiottito dal suo stesso respiro.
ENRICO DANNA, poeta maledetto (Italia)